Olympus chiude! Ed è tutta colpa vostra.

L’essere a casa in ferie mi permette anche un po’ di attualità e di ravvivare un po’ il blog. È notizia di questi giorni la chiusura della divisione imaging della Olympus e credo che la colpa sia vostra!

Per coloro che si sono un po’ persi la vicenda è riassumibile così: Avete presente quando nel primo “Pirati dei Caraibi” per sfuggire ai pirati, quelli veri, la ciurma di Orlando Bloom inizia a gettare in acqua tutto quello che c’era sulla nave?! Ecco allo stesso modo è successo in Olympus la crisi stava arrivando e l’azienda nipponica ha sganciato alla Japan Industrial Partners (Jip) la divisione imaging che già da tempo era in perdita. Ora la “Jip” ha già confermato lo stop alla creazione di macchine fotografiche e ad aggiornamenti futuri delle macchine già in produzione. Così dopo 85 anni di macchine fotografiche Olympus si concentrerà solo sulle tecnologie elettro medicali e il mondo non vedrà più una loro macchina fotografica.

Non voglio parlare tanto della vicenda perché in realtà non c’è molto da dire, è l’ennesima compagnia, che avendo fatto successo in un settore, diversifica per poi rendersi conto che il nuovo settore è più remunerativo e stabile del precedente e quindi smette di fare quello che l’aveva resa famosa e a cui il nome dell’azienda era legato.

Mi voglio concentrare invece sui motivi della chiusura e della crisi del settore fotografico di Olympus. Essi risiedono principalmente nell’utente finale, ovvero il fotografo, sia esso professionista, che appassionato, che adolescente capriccioso. Mi concentrerò su quest’ultimo per raccontare come va il mercato digitale oggi.

Storia di fotografia adolescente

L’adolescente capriccioso va ad una festa, una gita o quello che fanno gli adolescenti di questi tempi e vede l’amico che scatta fotografie a tutti con la sua reflex entry-level comprata al discount, online su Amazon o nella Grande Distribuzione ad un prezzo decisamente sovradimensionato alla qualità del prodotto. Si avvicina, chiede di provare anche lui a fotografare, e si ritrova uno strumento in mano che attira attenzione. Tutti lo guardano e con la macchina fotografica dell’amico capisce cosa è il potere [la tizia per il quale ha una cotta ha chiesto proprio a lui di fargli una foto] e che se ne avesse una anche lui sarebbe l’idolo delle feste. Tornato a casa scassa i “tommasei” ai famigliari per poter aver anche lui una macchina fotografica e questi esasperati e non sapendo cosa regalargli al compleanno lo accontentano. Che macchina fotografica gli regaleranno? Be una reflex Canon o Nikon, quelle in kit e che paghi almeno 300€ in più del valore effettivo, ma che quando te le ritrovi li una sopra l’altra nel cestone del negozio di elettronica ti sembrano un affare. In fondo se sono tutte così accatastate è logico pensare che se ne vogliano liberare e che quel prezzo sia sicuro un affare. Quello che è certo è che al nostro protagonista non regaleranno un Olympus, questo perché le “Pen”, quelle pensate per un utilizzo “user frendly” sono prima di tutto mirrorless e pure senza mirino, il ragazzo vuole assolutamente sembrare un professionista e c***o un professionista non guarda lo schermo per fotografare. Non prenderà un Olympus perché è troppo piccola e… diamine deve stupire con la dimensione importante sia del corpo macchina che degli obbiettivi. Eppure, sarebbe la macchina giusta per lui. È piccola, automatica e leggera, si utilizza come uno smartphone ed esteticamente è molto modaiola, in definitiva è una macchina molto adolescenziale. Io stesso, che non ero adolescente, quando dovetti prendere la mia prima macchina fotografica presi molto in considerazione l’idea di prendere una “pen” perché era molto facile da usare e davvero bella a vedersi.

Per concludere la storia, per il compleanno il nostro caro adolescente riceve quel che desidera. Andrà alla festa successiva spacciandosi per il fotografo del gruppo. Se però è abbastanza sveglio si accorgerà purtroppo che l’attenzione non è mai stata sul fotografo ma sulla macchina fotografica e che alle persone interessa essere fotografate non chi le fotografa. Così la reflex appena comprata resterà a casa la festa successiva e non verrà neanche alla gita di classe perché è troppo pesante. Alla fine la triste storia è che se ne perderanno le tracce dentro un armadio fino a che forse verrà ripescata dal fratello o dalla sorellina più piccola divenuti anche loro adolescenti.

Tirando le somme

stime di vendita di Nikon per macchine fotografiche pro e semi-pro a confronto con entry-level.

Ora io l’ho buttata un po’ sull’ironia e sul grottesco, ma le cose che ho raccontato non sono tanto distanti dalle realtà. Basta andare a vedere un report sulle vendite per capire che le grandi aziende di macchine fotografiche stanno in piedi grazie alle vendite di entry level, ne vendono però sempre meno e ogni anno si vendono sempre più smartphone che stanno soppiantando nella fascia entry level le reflex base.

Il risultato è che il mercato si assottiglia, vengono prodotte sempre nuove entry-level e per fare cassa si invita l’utente a cambiare sempre più spesso macchina fotografica rendendola un oggetto di consumo usa e getta. Nel mondo reflex con centinaia di modelli intermedi che invogliano l’utente all’acquisto del modello più potente successivo fino ad arrivare ai modelli semi-pro e poi a quelli pro. Il mondo mirrorless è se possibile ancora più spudorato, con il lancio di nuove macchine fotografiche ogni anno in una bulimia di mercato pari ai cellulari, che genera una svalutazione galoppante della macchina che hai acquistato da appena un anno e se la non vendi subito per comprarne una nuova resti fregato.

Questo è il mercato fotografico oggi, lo stesso che ha travolto la pur buona Olympus, che ironia della sorte è stata la fondatrice del mercato mirrorless. Lo stesso che misura la capacità di una macchina fotografica in megapixel e non in risolvenza, in velocità dell’autofocus e non in qualità dei colori.

Per concludere vorrei essere anche realista e dire che Olympus aveva rinunciato da tempo ad essere tecnicamente all’avanguardia, con un comparto tecnico un fermo nel tempo sul micro 4/3 e che le ha fatto perdere l’appeal sui professionisti e sugli appassionati del settore sempre a caccia di novità, ma soprattutto sugli utenti consumer l’unico motivo per il quale non ha sfondato non è stato tecnico ma ideologico e senza senso, come senza senso ed isterico è il mercato fotografico digitale di questi ultimi tempi.

Alla prossima e Buoni scatti!

Se ti va leggi anche qualche altro mio articolo. è il reportage sul lock-down che ho realizzato ad Albino, uno dei paesi più colpiti dalla pandemia Covid19.

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